Ancora una vergogna Italiana

Ancora una vergogna Italiana
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E’ nostra opinione che al Ministero dei Trasporti e della Navigazione, ci siano persone che non abbiano le idee chiare quando affrontano una tematica marittima.

Riteniamo che queste persone non sappiano che l’Italia è una penisola bagnata da quattro mari nella quale vivono all’ incirca 1.000.000 di matricole iscritte alla gente di mare.

Diciamo questo perché, rispetto agli emendamenti di Manila 2010, riguardanti gli standard di addestramento del personale di bordo, l’Italia è, come sempre, in forte ritardo. Solo ora, infatti, con grandissimo affanno, si cerca di mettersi in regola con la STCW.

Il risultato è disastroso e preoccupante, lunghe code alle Capitanerie di Porto, centri di addestramento ormai saturi, società di navigazione in apprensione.

Ma chi paga il prezzo più caro è il Marittimo, completamente disorientato e trepidante per la sua sorte.

Non parliamo poi di quello che prevede la nuova normativa per i Comandanti, Direttori di Macchina, Primi Ufficiali di Coperta e Macchina, è veramente vergognoso, basti dire che:

Un Comandante deve obbligatoriamente ritornare a scuola per 300 ore, per sottoporsi ad un corso che riteniamo impietoso e mortificante per un Comandante di elevata esperienza.

Un Direttore di Macchina, che ha maturato un’elevata competenza professionale in anni e anni di navigazione, deve, suo malgrado, svolgere un corso di 570 ore!!!!!

Siamo nella caos più totale tra Ministero dei Trasporti e Comando Generale delle Capitanerie di Porto, lo vediamo dalle circolari che annullano le precedenti e nuove circolari che mentre sono in fase di studio vedono uscirne altre che modificano quelle in riferimento alle quali dovevano essere emesse, possiamo dire che è effettivamente un vero e proprio casino.

Noi ci chiediamo il perché, l’Italia “marinaresca”, è ridotta in questo stato, perché siamo sempre gli ultimi ad applicare le leggi Internazionali, perché non riusciamo a capire le procedure e perché, dopo sei anni dalla convenzione di Manila 2010, ci si affretta solo oggi ad effettuare i necessari adeguamenti.

Ormai tutti scrivono sui social, ognuno dice la sua e noi riteniamo che la causa di tutto questo è l’assoluta incompetenza di chi preposto a gestire le problematiche del mare e del Marittimo in particolare.

In particolare riteniamo che il Ministero dei Trasporti non ha minimamente compreso la gravità della cosa, non ha compreso che il 31.12.2016 la marineria italiana collasserà in modo inesorabile. Non hanno capito che, tutta questa confusione, scatenerà una grande mobilitazione nazionale.

Scrivere è facile ma agire è difficile

E’ per questo motivo che la nostra associazione si mobiliterà a Novembre per recarsi a Roma e manifestare contro l’incompetenza che colpisce il popolo del mare, per dire basta a tutto questo ed auspichiamo che anche altre associazioni di categorie partecipino con noi. Qualcuna di loro ha scritto ma altre, che avrebbero il diritto e soprattutto il dovere di difendere i loro associati, come per esempio quelle che rappresentano i Comandanti ed i Direttori, tacciono senza proferire parola.

Qualche sindacato ha chiesto udienza al Ministro, ma sottovoce e in modo “garbato”, questo ci fa tanto piacere.

Noi diciamo che chi non sa fare il proprio mestiere deve andare a casa, il Ministero dei Trasporti va scorporato dalla Marina Mercantile, in quanto i legislatori, Direttori Generali, Dirigenti e Funzionari che vi fanno riferimento non sanno nulla del Codice della Navigazione, della STCW, della IMO ecc… Per loro il mare è solo la meta dell’estate dove vanno a fare i bagni, a prendere il sole o per andare sul gommone o magari in barca con la famiglia.

Vogliamo che si ricostituisca nuovamente il nostro Ministero della Marina Mercantile, un tempo il nostro fiore all’occhiello nel mondo intero. Vogliamo che gli istituti Nautici siano rivalutati e riabbiano la loro completa autonomia ed efficienza che la legge GELMINI gli ha tolto. Vogliamo che le figure professionali della nostra marineria abbiano la considerazione che meritano senza dover ritornare sui banchi di scuola o in qualche centro di formazione.

Vogliamo che i corsi di formazione e addestramento per la STCW per il personale in T.P e/o in continuità di lavoro siano a carico completo di Confitarma e di Federlinea, mentre, per le nuove matricole, è giusto che sia lo Stato a pensarci.

Vogliamo far intendere, a chi è preposto ad emanare leggi, decreti e quant’altro, che il futuro dell’Italia è sul mare. il Presidente del consiglio Renzi, con il patto di stabilità, pare abbia aperto uno spiraglio in questa giungla e che voglia impugnare la situazione affinché questo grave problema venga affrontato in modo serio e rapido.

E’ quello che ci auguriamo tutti noi…………..

 

 

Email:marittimiperilfuturo@libero.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

3 pensieri su “Ancora una vergogna Italiana

  1. Inizio col dire che sono pienamente d’accordo con l’articolo sopra citato.
    Anch’io sono un marittimo esattamente 1^uff cop. e sono incazzatitissimo con chi ci governa e soprattutto col Mit . È inaudito pensare che da un giorno a un altro i nostri titoli professionali sono diventati carta straccia quindi rivolgo un appello a tutte le associazioni di categoria invece di pensare al tesseramento spronino le autorità a una migliore soluzione delle problematiche che Manila 6anni fa ha portato

  2. Il collegio Capitani non regge I colpi , la costitizione di un albo professionale a suo tempo forse sarebbe stato piu’ dossuasivo per normative infami come qiest’ultime , l abolizione del Ministero MMerc e’ stato sicuramente il colpo di grazia. Marittimi progessionisti sarebbe stao meglio che marittimi allo snaraglio . Comunque proposta e’ : costituzione albo professionisti Marittimo Qualificati Comandante e Direttori di Macchina . Forse la prossima volta si ricordano che esistiamo.

  3. Un paio di appunti, l’attuale Ministero non è dei Trasporti e della Navigazione ma delle Infrastrutture e dei Trasporti (la sostanza non cambia); la somma delle matricole di tutti i compartimenti marittimi potrebbe anche arrivare ad 1.000.000, ma di sicuro chi esercita la professione è un numero molto minore di quello (giusto per correttezza); per ultimo, ma di estrema importanza, è il fatto che non esistono più sindacati degni di tale nome. Per il resto condivido in pieno l’articolo.

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