ANCHE NOI SIAMO STATI INVITATI IL 31 OTTOBRE TUTTI A ROMA

ANCHE NOI SIAMO STATI INVITATI IL 31 OTTOBRE  TUTTI A ROMA
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Mercoledì 31 ottobre c.a., presso l’”AUDITORIUM DELLA TECNICA” a Roma la Confitarma ha organizzato un’assemblea pubblica per parlare del Registro Internazionale.
Un incontro importante, dove sarà presente oltre al Presidente della Confitarma Mario MATTIOLI e al presidente di Confindustria BOCCIA, anche il Ministro TONINELLI.
Abbiamo appreso con meraviglia e stupore di questo evento a cui parteciperemo senz’altro per sentire e capire cosa dicono questi “signori” dopo anni di assoluto silenzio e dopo essersi “abbuffati” di milioni di euro.
E non dimentichiamoci del “REGISTRO INTERNAZIONALE”, istituito con legge 27 febbraio 1998, n.30, di conversione del decreto legge 30 dicembre 1997, n.457, uno specifico Registro, originariamente pensato per le navi impiegate in traffici internazionali e successivamente esteso con la legge 326/2003 anche alle navi utilizzate in traffici nazionali superiori alle 100 miglia che prevede, ai fini della formazione del reddito complessivo assoggettabile all’IRES, la riduzione dell80% del reddito derivante dall’utilizzazione di navi iscritte nel doppio registro.
Sempre in materia fiscale le aziende armatoriali con navi iscritte al registro internazionale beneficiano di un credito d’imposta sul reddito delle persone fisiche dovuta sulle retribuzioni corrisposte al personale imbarcato.
Successivamente, il D.Lgs 137/98 ha previsto lo scomputo dalla base imponibile ai fini IRAP della quota di valore attribuibile alle attività produttive esercitate attraverso navi iscritte nel registro internazionale.
Onorevole Ministro, come può notare, la richiamata legge 30/98 ha introdotto un esonero totale sul versamento dei contributi previdenziali e assistenziali dovuti per legge per tutto il personale imbarcato sulle navi iscritte al registro internazionale e questo con lo scopo di salvaguardare l’occupazione dei marittimi italiani/comunitari, finaltà questa totalmente disattesa, essendo progressivamente aumentato, con la sottoscrizione di deroghe da parte di CGIL , CISL e UIL , il ricorso a personale extracomunitario.
Per ovviare alla stortura della legge 30/98, creata ad hoc da armatori senza scrupoli con la complicità dei sindacati confederali di categoria FILT CGIL , FIT CISL e UILTRASPORTI i quali, dietro compenso in euro a marittimo imbarcato firmano a cuor leggero deroghe all’imbarco di marittimi extracomunitari, la scorsa legislatura, su iniziativa del Senatore COCIANCICH, per le navi ro-ro e ro-ro pax iscritte nel registro internazionale adibite al traffico di cabotaggio anche tra porti appartenenti a diversi stati dell’unione, è stato introdotto, nella legge n.122 del 7 luglio 2016 all’articolo 24 comma 12 punto b , l’obbligo di imbarcare solo marittimi italiani/comunitari.
Da quanto ne sappiamo la su citata legge è stata resa operativa a giugno di quest’anno
dopo una lunga ODISSEA e malgrado questo ancora oggi non verifichiamo un giusto
riscontro da parte di chi deve controllarne la sua corretta applicazione. Badi bene
onorevole Ministro che se questa legge fosse applicata alla “lettera” offrirebbe
immediatamente centinaia di posti di lavoro ai nostri marittimi.
Vorremmo anche sottolinearle una precisazione ricevuta da un Direttore di Macchina della
Grimaldi il quale, dopo aver letto un articolo su Grimaldi che “sbarca gli extracomunitari
dalle sue navi per far posto agli italiani”, ci ha detto: – “….non li sta sbarcando ma
trasbordando sempre su navi con bandiera italiana che toccano anche i porti italiani….,
continua, ….proprio oggi ne sono imbarcati tre sulla “mia” nave e quindi adesso in
macchina ci sono 8 (otto) extracomunitari ed 1 (uno) italiano cioè io e da quanto si
vocifera a breve cambieranno anche il sottoscritto per cui a bordo su un totale di 32
persone di equipaggio, 4 sono italiani e 28 extracomunitari.
In parole povere, mentre i marittimi italiani, grazie ai pochi controlli su normative come,
per esempio, quella relativa al Registro Internazionale, ed all’uso ingiustificato di bandiere
di comodo, vengono lasciati a casa senza lavoro, l’armamento italiano chiede agevolazioni
statali sostenendo di non riuscire a trovare lavoratori italiani. Lo stesso armamento investe
poi denaro per la formazione di personale extra comunitario e non investe invece in Italia
e/o Europa (se non per progetti di scarsa entità).
Per capire bene: Gli armatori iscritti a CONFITARMA affermano di non trovare lavoratori
marittimi Italiani e/o Europei e di conseguenza, invece di investire nella formazione qui in
Italia che fanno? si recano in un Paese asiatico ed investono lì.
Alcuni anni fa il buon Rina, usava parole come “investire nella leadership”, mentre si
leggeva che, CONFITARMA, da sempre attenta all’addestramento del personale
marittimo, “adesso guarda a Oriente”, in particolare a Manila (Filippine).
Ed infatti nasce così l’Italian Maritime Academy, una scuola che forma Ufficiali di
Coperta, Ufficiali di Macchina, Equipaggi, Personale qualificato (elettricisti, saldatori), Staff
(Safety/ Security Officer), destinati, soprattutto, per le rotte internazionali.
Di concerto con RINA (Registro Italiano Navale), CONFITARMA ha messo in piedi una
struttura fatta di aule, simulatori, insegnanti, destinata ai corsi ed agli esami degli aspiranti
marinai filippini che così rappresentano ora il più ampio mercato del lavoro marittimo. Tutto
questo è avvenuto sotto la supervisione di un comitato scientifico italiano di cui facevano
parte, come membri di diritto, oltre all’ex IPSEMA ed al RINA, anche l’Associazione
Italiana dell’Armamento di Linca, l’Associazione Italiana degli Agenti Raccomandatari
Mediatori Marittimi, la Federazione Italiana Trasporti, le accademie del Mare di Genova e
Venezia, la ForMare di Napoli, il Ministero dei Trasporti ed il Corpo delle Capitanerie di
Porto.
Alla faccia dell’Italia e dell’Europa, creare “l’Italian Maritime Academy”, è stato un
modo concreto per mettersi al servizio dei bisogni della propria clientela e gestire
così una “reale esigenza di mercato”.
E ancora: Costa Crociere, progetta di reclutare 7000 – 10000 marinai filippini nei prossimi
5 – 8 anni. La compagnia di navigazione dichiara in una nota che, anche se il progetto è
ambizioso, il loro obiettivo è reclutare dai 7000 ai 15000 filippini da poter imbarcare sulle
12 navi della sua flotta. La motivazione dell’armatore e che “preferisce imbarcare
personale filippino perché parla inglese e si sa rapportare meglio sia con gli altri membri
dell’equipaggio che con gli ospiti”. Questo personale verrebbe impiegato nei vari settori
lavorativi della nave, dal casinò alla cucina, dalla coperta alla macchina.
Insomma la creazione l’Italian Maritime Academy è stata una grandissima manovra,
progettata a tavolino e con grandi investimenti, dove TUTTI SAPEVANO e per la quale
nessuno ha posto dubbi e/o incertezze riguardo alla ricaduta negativa che avrebbe portato
tale investimento al di fuori dell’Italia e dell’Europa sulla forza lavoro dei giovani marittimi
Italiani e Comunitari
Mentre la grande lobby del mare investiva in questi corsi di formazione all’estero, in
Europa si proponeva il progetto EMMA European Merchant Marine Academy, promossa
dalla Commissione Europea ma, stranamente, rimasto nella TOTALE INDIFFERENZA SIA
DI CONFITARMA CHE DEL GOVERNO ITALIANO. Questo progetto doveva permettere la
formazione delle nostre future “leadership”. A questo punto noi ci domandiamo come mai
le istituzioni su indicate e gli armatori, che si dicevano così sensibili alla formazione, sono
poi rimasti indifferenti a questo progetto Europeo senza mai dire per quale motivo.
È piuttosto evidente che si è investito al di fuori dell’Europa con il solo scopo di poter far
aumentare i profitti delle società armatoriali che hanno così potuto sfruttare il basso costo
della manovalanza extracomunitaria (sicuramente non a scopo umanitario)
avvantaggiando cosi, come sempre, l’interesse di pochi.
A nessuno è fregato niente che in questo modo si è danneggiato e si continua a
danneggiare il sistema Europa e non solo per il settore marittimo.
Prendiamo in considerazione la società Costa Crociere i cui dati sono oggi è oggetto di
analisi da parte di molti: oltre 2/3 dei lavoratori di una società italiana risultano stranieri, il
che vuol dire che, ogni mese, milioni di euro invece che entrare nel circuito economico
Europeo e quindi anche italiano finiscono nelle banche e nell’economia di Paesi non
comunitari!!!!.
Questo è solo uno degli aspetti che l’Europa cieca paga e che si ripercuote su tutti noi e
che non ha nulla a che vedere con l’extracomunitario che lavora nella fabbrica del nord
Italia che quindi vive nel nostro paese dove paga le tasse e dove spende negli esercizi
commerciali italiani acquistando così anche prodotti italiani lasciando così nella nostra
economia la maggior parte del suo salario.
Si dice che i giovani di oggi non vogliono navigare più, ma siete sicuri? A terra quale futuro
gli viene garantito? Un precariato a vita? Oggi per loro l’unica prospettiva è navigare
perché tutte le porte a terra sono chiuse ed hanno neanche perso la speranza di trovare
un lavoro a seguito di processi di pensionamento anticipato perché ormai il sistema
Europa è collassato!!! e non risultano attuate politiche per la mobilità del lavoro nel nostro
settore.
Avete promesso denaro (che poi non è neanche molto) e carriere veloci (generando altro
danno), i giovani, quelli definiti “sfaticati”, vi chiedono una vera Accademia Europea della
Marina Mercantile, ma l’unica risposta che hanno ricevuto dalla “classe di ferro” è:
INDIFFERENZA (nell’interesse di pochi), quando forse è arrivato il momento di cominciare
a preoccuparsi dell’interesse dei tantissimi sempre più esasperati!!!!
Oggi scopriamo dell’esistenza del “Caporalato del Mare” una cosa vergognosa, che
coinvolge l’Italia. La notizia dell’inchiesta avviata dal “Nazional Bureau Investigation” delle
Filippine sul reclutamento irregolare di personale filippino attraverso società e agenzie di
manning che secondo gli investigatori erano sotto il controllo e comando di alcune
compagnie di navigazioni italiane di Napoli (Grimaldi e Giuseppe Bottiglieri), un facile
terreno di conquista per chi vuole speculare sul costo del lavoro.
La nostra associazione è da anni che denuncia queste porcate e lotta contro l’arroganza di
alcuni armatori italiani verso i marittimi italiani e la cosa che ci fa più rabbia è di sapere che
chi doveva e deve controllare l’applicazione delle leggi non lo ha fatto ne lo sta facendo e
vive nel silenzio per non disturbare!!!!!

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